EMOZIONI NEGATIVE: QUALI SONO E COME GESTIRLE

Quelle che chiamiamo emozioni negative, in realtà sono emozioni indispensabili, perchè queste non sono mai né buone né cattive. Sono segnali che il nostro organismo invia per aiutarci a muoverci nel mondo, per proteggerci, per adattarci, per entrare in relazione con gli altri.

Eppure, quelle che comunemente definiamo additiamo come le emozioni negative, ad esempio rabbia, paura, tristezza, colpa, vergogna, sono quelle che tendiamo a evitare, a reprimere o a combattere. Come se provarle volesse dire che c’è qualcosa di sbagliato in noi. Quello che ignoriamo è che la fonte della sofferenza non è l’emozione stessa, ma questo atteggiamento giudicante ed evitante che mettiamo in atto.

QUALI SONO LE EMOZIONI NEGATIVE?

Le emozioni che viviamo come difficili o scomode sono molteplici, alcuni di noi ne patiscono maggiormente alcune, altri le evitano tutte in modo indiscriminato. Queste emozioni però, per quanto siano spiacevoli, non sono nostre nemiche, sono delle reazioni fisiologiche, come la fame e la sete, che portano con se messaggi importanti che ci informano su di noi, sugli altri e sul mondo. Tra quelle più comunemente etichettate come emozioni negative troviamo: 

  • Rabbia: può segnalare che un nostro confine è stato oltrepassato o che un bisogno importante non è stato rispettato
  • Paura: è l’allarme che il nostro organismo attiva di fronte a un pericolo, per prepararci a fuggire o combattere
  • Tristezza: indica una perdita, un distacco o un vuoto affettivo che dobbiamo integrare
  • Colpa: può aiutarci a mantenere delle relazioni sane, a riparare a un danno o a riflettere sulle nostre azioni e sui nostri valori
  • Vergogna: può manifestarsi come un senso d’inadeguatezza, come se non fossimo all’altezza delle situazione e ci aiuta ad adeguarci ai contesti in cui ci troviamo
  • Ansia: è un’emozione che si attiva in vista di un evento futuro importante, per prepararci ad affrontare un probabile ostacolo

COME GESTIRELE?

Quando proviamo delle emozioni negative, spiacevoli, al contrario di quanto pensiamo, negarle o reprimerle non fa altro che rafforzarle. Accoglierle, d’altro canto, significa darsi il permesso di ascoltarle e di integrare quanto vogliono comunicarci e ci aiuta quindi a sentirne meno il peso e lasciarle andare prima che diventino fonte di intensa sofferenza. Alcuni passi che possiamo seguire per gestirle in modo adeguato sono: 

  1. Riconosci e dai un nome all’emozione: il primo passo per affrontare le emozioni è identificarle: “Quella che provo adesso è rabbia? Paura? Vergogna?”. Darle un nome aiuta a contenerla, comprenderla, a non farla dilagare e a darle una risposta adeguata
  2. Accoglila senza giudicarla: è importante osservarla senza critica, senza dirti: “Non dovrei provarla” o “Sono debole per averla provata”. Le emozioni non dicono quanto vali come persona, ma che stai attraversando un’esperienza significativa che ha un certo impatto su di te.
  3. Ascolta il messaggio che porta: chiediti: Cosa vuole dirmi quest’emozione? le risposte potrebbero essere, ad esempio:
    • La rabbia può segnalare che un confine è stato oltrepassato.
    • La paura può dirmi che una situazione è potenzialmente pericolosa.
    • La vergogna può darmi un’indicazione sulle mie insicurezze.
    • La colpa può portarmi a riparare un danno.
    • La tristezza può darmi il tempo per elaborare una perdita.
    • L’ansia può spingermi a prepararmi per affrontare una sfida.

Quando le ascoltiamo, le nostre emozioni ci indicano dove spostare la nostra attenzione per poterle risolvere

  1. Utilizza delle strategie funzionali per regolare le emozioni: è importante avere a portata di mano degli strumenti per regolare l’emozione senza evitarla. Alcune di queste strategie funzionali possono essere:
    • Respirazione Profonda: inspira dal naso per 4 secondi, trattieni per 2, espira dalla bocca per 6
    • Body Scan: porta l’attenzione sulle sensazioni fisiche per riancorarti al presente.
    • Movimento: una camminata, un po’ di yoga o uno stretching per allentare le tensioni.
    • Journaling: scrivere come stai, senza censurarti, per riordinare i tuoi vissuti.
    • Condividi con le persone care: parlarne con persone fidate può aiutare a sentirsi meno soli e a vedere le difficoltà da più prospettive 
    • Parlarne in Terapia: un luogo protetto per affrontare quanto provi con l’aiuto di un professionista.

Imparare ad ascoltare, accogliere, gestire le proprie emozioni, anche quelle negative, è un percorso che richiede pazienza, cura di sé e una buona dose di coraggio, ma che porta a una maturazione emotiva importante e a relazioni più profonde e sincere.

Se vorrai, in un percorso terapeutico, potrai trovare uno spazio per affrontarle senza averne paura, per riemergere più consapevole e viverle con maggior serenità.

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